Giro delle Fiandre 2018, Van Avermaet: “La migliore strategia sarà saper aspettare”

Greg Van Avermaet arriva al Giro delle Fiandre 2018 senza le convinzioni dello scorso anno. Il che non è necessariamente un male visto che la passata stagione la Ronde è sostanzialmente l’unica classica del pavé che gli è sfuggita nella sua primavera quasi perfetta. Trionfatore dodici mesi fa di Omloop Het Nieuwsblad, E3 Harelbeke e Gand-Wevelgem (oltre poi della Parigi-Roubaix a chiudere), quest’anno invece ha un solo podio all’attivo, ad Harelbeke, ma soprattutto non hai mai dato sinora l’impressione di poter fare realmente la differenza. Le sue prestazioni appaiono comunque in crescendo e sarà meglio non sottovalutarlo, soprattutto perché la sua fiducia sembra ancora altissima, così come i suoi rivali continuano a lodarne le prestazioni sinora.

Mi sento bene quanto lo scorso anno, se non meglio – assicura ai nostri microfoni – Non ho ottenuto gli stessi risultati della passata stagioni, ma sapevo sarebbe stato davvero molto difficile ripetere quanto fatto. L’importante è che sia stato sempre presente nei momenti cruciali e ogni volta con buone sensazioni. L’unica giornata negativa è stata la Strade Bianche, quando non stato al mio livello. Ma ora le gambe ci sono e sono fiducioso”.

Quello che invece sembra mancargli “è un corridore in più nel finale, qualcuno che possa aprire la corsa”. Con la partenza di Daniel Oss alla corte di Peter Sagan il corridore della BMC ha infatti meno potenza di fuoco, contrariamente ad altre squadre, a partire dalla Quick-Step Floors. “Lo scorso anno erano forti, ma quest’anno riescono a concretizzare questa forza del collettivo – aggiunge – Quindi sono loro i favoriti per domenica“.

Il campione olimpico si attende dunque che sia nuovamente lo squadrone belga a fare la corsa domenica 1 aprile. “La tattica sarà la stessa – aggiunge – Gli uomini della Quick-Step Floors vorranno provare qualcosa, noi dovremo essere pronti a reagire. Ci sarà una grande battaglia per posizionarsi, poi il Grammont sarà un momento chiave. È lì che scoppierà la corsa e bisognerà essere pronti”.

Per quanto lo riguarda la sua sarà dunque probabilmente una corsa più di rimessa e di attesa. “La migliore strategia sarà saper aspettare – ammette – Sarà anche la più semplice, ma funziona. Anche perché, se la corsa non dovesse esplodere, posso sempre contare sulla mia velocità in un gruppetto ristretto”.

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